Osservatorio statistico dicembre 2015
Timidi segnali di inversione di tendenza nel 2° semestre, ma la ripresa è ancora lontana
Premessa
Le rilevazioni statistiche vengono effettuate
dalla Cassa Edile per una duplice motivazione. Da un lato, servono
infatti a contabilizzare l’andamento economico dell’Ente il quale,
non ricevendo alcuna finanziamento pubblico e vivendo dei soli
contributi versati dagli iscritti – imprese e lavoratori attivi –
necessita, evidentemente, di conoscere in tempo reale l’andamento
del Comparto per comprendere di quali risorse è possibile disporre.
A questa funzione “di bilancio” si è aggiunta, nel tempo, una
funzione di Osservatorio, data la sua posizione privilegiata, che le
consente di monitorare l’andamento del mercato delle Costruzioni. Le
Parti Sociali, gli Enti, gli studiosi, possono accedere,
periodicamente, ad una serie di indicatori molto variegati, che
fotografano esattamente, nel dettaglio, uno dei settori chiave
dell’economia del territorio.
Nel corso dell’anno 2015, alcuni adempimenti contrattuali hanno
modificato in maniera significativa la platea degli attivi cui la
Cassa Edile si rivolge. In particolare, l’introduzione del
Contributo previdenziale contrattuale ha fatto sì che vi sia
l’obbligo di iscrizione, ai fondi pensionistici, anche per gli
impiegati, molti dei quali transitano per la Cassa Edile. Dal
secondo semestre 2015 è inoltre divenuta operativa la cosiddetta
“trasferta regionale”, che introduce una enorme semplificazione per
le imprese, ma ha prodotto una rilevante mobilità delle imprese
all’interno del Sistema bilaterale regionale.
Mentre ai fini del bilancio interno delle Casse Edili, questi due
elementi hanno prodotto o produrranno effetti trascurabili o
prevedibili (e quindi compensabili), ai fini statistici
dell’Osservatorio, vi sono delle variazioni di cui è necessario
tenere conto.
Le rilevazioni, riportate nelle varie tabelle, riguardano i dati
assoluti, che vengono inviati all’Istat e alla CNCE, enti per i
quali la mobilità intra-regionale poco rileva ai fini della
statistica. Nei commenti riportati, invece, si terrà conto dei due
scenari distinti, atteso che l’elemento più importante da
comprendere, ai fini economici, non è da dove vengono le imprese o
dove risiedono i lavoratori iscritti nelle varie Casse Edili, ma
conoscere se in un determinato territorio – nel nostro caso la
Capitanata – il lavoro e la ricchezza prodotta crescono o meno.
Scarica il quadro sinottico [Tabella_1] con tutti i principali indicatori rilevati e i relativi grafici [grafico_Q1] e [grafico_Q2]
Il periodo considerato: il semestre
La rilevazione dei dati segue quella della
liquidazione degli accantonamenti, che è suddivisa in due periodi
semestrali: il primo va da ottobre a marzo dell’anno successivo
(corrispondente alla liquidazione estiva), il secondo da aprile a
settembre (liquidazione natalizia). Ovviamente, i raffronti
semestrali vengono effettuati con lo stesso periodo dell’anno
precedente.
Una crisi senza precedenti
Il primo semestre del 2015 (ottobre 2014 – marzo
2015) ha rappresentato il 15° semestre negativo consecutivo, dal
2008. Per comprendere meglio i numeri della crisi, analizziamo il
grafico delle ore lavorate [grafico_01].
Nel complesso, il 2015 è il settimo anno consecutivo di recessione.
Nei dieci anni precedenti il 2008, la media annua è stata superiore
agli 8milioni e 200mila ore lavorate, con un picco di circa 9milioni
e 600 mila ore proprio nel 2008, quota già raggiunta nell’esercizio
1976/77. Nel 2015, le ore lavorate sono appena 4milioni, che
rappresentano il nuovo minimo storico dalla data di costituzione
dell’Ente (1962/63). Prima di questa recessione, il minimo, se si
eccettua l’anno 2013/2014, si era raggiunto nel 1996/97 (4,7
milioni di ore lavorate). Rispetto alla media lavorata nel decennio
precedente, è come se si fossero perduti 2mila e 500 posti di lavoro
a tempo pieno, oppure come se un lavoratore su due fosse stato
espulso dal processo produttivo.
Mai nella storia dell’Ente il periodo di recessione aveva avuto una
durata tanto lunga. I periodi negativi non avevano superato i 7
semestri o le 5 annualità.
Il secondo semestre 2015
Al netto della trasferta regionale, il secondo
semestre 2015 mostra alcune novità, rispetto ai semestri precedenti.
Analizzando infatti le denunce delle sole imprese che hanno sede
legale in provincia di Foggia e nei tre comuni della BAT che sono
aggregati alla Cassa Edile di Capitanata, il semestre è in leggero
attivo rispetto allo stesso periodo dell’annualità precedente. Una
vivacità che non ha riguardato in maniera lineare tutti i mesi e
tutti i territori della provincia, e che è ben lungi dal poter
essere definita una ripresa, visti gli ordini di grandezza (+0,5% a
fronte di oltre il 60% perduto negli esercizi precedenti), ma è pur
sempre un timido segnale di inversione di tendenza, che va salutato
positivamente. È come se, ad un ferito grave, dopo tanto tempo si
fosse finalmente riusciti a fermare l’emorragia. Che il malato possa
rialzarsi dal letto, è un’altra cosa.
I cantieri
L’analisi dei cantieri per mese [grafico_02],
per semestre e per anno [grafico_03
e
grafico_04], sono indicativi della riduzione complessiva del
Comparto delle Costruzioni in provincia nel periodo considerato.
L’unico dato positivo è dato dal leggerissimo incremento della media
di ore lavorate per cantiere nell’anno [grafico_05].
L’analisi per località [grafico_06]
indica che, tra i grandi centri, Cerignola è l’unico che fa
registrare nell’ultimo anno un incremento. Continua la parabola
discendente del capoluogo, anche se nella pentapoli è Manfredonia
che ha il dato più preoccupante: nell’ultimo lustro il saldo
negativo tra cantieri aperti e chiusi è superiore al 40%.
Le imprese
L’analisi delle imprese attive per numero di
addetti [grafico_07]
è indicativa: mentre diminuiscono le imprese piccolissime (fino a 3
dipendenti), crescono le imprese da 4 a 20 dipendenti. Ciò potrebbe
significare che alcune imprese hanno cominciato ad assumere, il che
confermerebbe i segnali di inversione di tendenza.
L’analisi per forma giuridica [grafico_08] mostra che le imprese
iscritte presso la Cassa Edile di Capitanata sono sempre più di tipo
industriale, e ciò sia in numero che in massa salari denunciati.
Gli addetti
La tabella degli addetti per fascia di età
[grafico_09] mostra in maniera evidente l’invecchiamento delle
maestranze che si è avuto nella provincia di Foggia a partire
dall’inizio della crisi. Ciò sia per l’espulsione continua dei più
giovani e meno professionalizzati, sia per il mancato ingresso nel
settore di nuovi assunti. Gli addetti con meno di 30 anni, che erano
nel 2012 il 21,3% del totale, nel 2015 sono appena il 16%, mentre
gli ultracinquantenni passano dal 23,2% al 28,2%.
Ancora più significativo, se possibile, è il grafico dell’età media
[grafico_10], cresciuta in maniera impressionante dal 2007, a
dimostrare l’assoluta mancanza di turn over nel settore. In
particolare, nell’ultimo anno è cresciuta da 42,54 a 43,35 anni, il
che vuol dire che è come se il settore fosse rimasto congelato.
Il grafico degli addetti per periodo lavorato [grafico_11] è indice
della difficoltà, per i lavoratori del settore, della mobilità
interaziendale. Malgrado i periodi di lavoro si riducano sempre più,
infatti, i lavoratori che riescono a trovare occupazione presso due
o tre aziende sono diventati una autentica rarità.
La suddivisione delle ore lavorate per qualifica [grafico_12] è, per
il 2015, in linea con le annate precedenti: per oltre il 70% si
tratta di operai a bassa specializzazione. Preoccupante il dato
dell’apprendistato, ormai ridotto ad un ruolo residuale, mentre nel
passato era la porta di ingresso principale per entrare nel mondo
dell’edilizia.
La suddivisione per qualifica ed età [grafico_13] offre un ulteriore
dettaglio sul parco maestranze e conferma quanto già visto in
precedenza. L’aumento degli impiegati è, come detto in premessa,
dovuto all’istituzione del contributo contrattuale obbligatorio. La
presenza degli impiegati influenza anche la rilevazione per genere
[grafico_14]: le donne operaie, in realtà, sono sempre meno, nel
2015 non raggiungono le 10 unità totali.
La tabella dei denunciati attivi per età e comune di residenza
[grafico_15] conclude il dettaglio relativo alle rilevazioni
riguardanti gli addetti. In particolare, nell’ultima colonna è
riportato il totale, che potrà essere confrontato con le rilevazioni
degli anni precedenti, reperibili nell’archivio di Mondo Edile.
Le contribuzioni
Parallelamente alla riduzione delle ore lavorate, si registra ovviamente anche un calo anche nel monte salari denunciato [grafico_16]. Unico dato degno di rilievo statistico è il leggerissimo aumento del reddito medio annuo pro capite, peraltro ancora lontanissimo da quello di una occupazione accettabile anche in presenza di eventuali ammortizzatori sociali.
L’Anzianità Professionale Edile (APE)
Diminuiscono sensibilmente i beneficiari dell’APE [grafico_17], in quanto moltissimi non riescono a raggiungere il requisito delle 2100 ore nel biennio. Ciò comporta, paradossalmente, che l’importo medio erogato aumenti, seppur in misura non significativa. Ciò perché i più giovani e meno professionalizzati sono quelli che maggiormente risentono della precarietà del lavoro e quindi fanno più fatica a rientrare nei parametri previsti.