Il commento delle Parti Sociali sui dati dell'Osservatorio statistico dell'annualità 2015
Gerardo Biancofiore, presidente Ance Foggia
I
timidi segnali di ripresa che si colgono nel comparto delle
costruzioni attraverso al lettura dei dati dell’Osservatorio
debbono essere sostenuti ed accompagnati con il prosieguo, ancor più
determinato ed incisivo, delle azioni istituzionali della categoria
a vari livelli. Se da un lato, infatti, occorre prender atto
con favore dei cenni di rialzo del mercato immobiliare come pure del
segno positivo a due cifre registrato nel 2015 dal volume dei mutui
bancari, non vi è dubbio che è ancora presto per poter parlare di
inversione di tendenza dopo una crisi di durata e portata
epocale. Ma gli indicatori prima descritti costituiscono
elementi di incoraggiamento per perseguire e traguardare, con il
contributo di tutti, una prospettiva di effettivo rilancio e
consolidamento del comparto. Questo imprescindibile obiettivo trova
alcuni portanti in alcune novità legislative fortemente volute
dall’Ance: dalla deroga al patto di stabilità, che consentirà ai
Comuni con risorse proprie di realizzare interventi già programmati,
al piano di investimenti infrastrutturali del Governo, dall’edilizia
scolastica alle misure fiscali recentemente approvate dal
Parlamento, in modo particolare per le famiglie, per l’acquisto di
immobili ad alta efficienza energetica, come pure le diverse
agevolazioni legate al pacchetto casa.
Juri Galasso, segretario prov.le Feneal-Uil di Foggia
I
dati dell’Osservatorio provinciale riflettono quelli più generali
sia della Puglia che dell’intero territorio nazionale. La crisi in
edilizia continua e non bisogna lasciarsi ingannare da indicatori
indiretti quali l’aumento dei mutui e delle transazioni immobiliari
o la diminuzione delle ore di Cig. Certo, è positivo che aumentino i
mutui erogati, salvo poi scoprire che in moltissimi casi si tratta
di surroghe o ricontrattazioni per poter godere dei nuovi
tassi di interesse, decisamente più bassi di qualche anno fa. Sulle
transazioni, abbiamo la sensazione che la caduta del valore degli
immobili, che rappresentavano nel passato uno degli investimenti
preferiti dagli italiani, più che dare vivacità al mercato, stia
originando fenomeni speculativi, favoriti da una legislazione che ha
scaricato sui lavoratori e sui piccoli risparmiatori l’incapacità di
incidere in maniera significativa sui grandi patrimoni e
sull’evasione fiscale. Quanto alla Cig, attenzione: diminuisce
perché diminuiscono le imprese, perché molti lavoratori non hanno
più i requisiti per poter usufruire degli ammortizzatori sociali, ed
anche perché aumenta il lavoro nero, non certo perché la crisi è
alle spalle. Il settore e la Capitanata in particolare necessitano
di interventi specifici, di una programmazione di lungo respiro del
territorio. Se segnali positivi in economia ci sono, ben vengano, ma
la situazione dell’edilizia è tale per cui è da criminali pensare di
nascondere la polvere sotto il tappeto, soprattutto bisogna
smetterla con la politica degli annunci.
Urbano Falcone, segretario prov.le Filca-Cisl di Foggia
È
singolare che mentre i dati dicono che si lavora meno, aumentano gli
infortuni sul lavoro e soprattutto aumentano gli infortuni mortali.
Soprattutto aumentano tra i lavoratori anziani, e ciò si spiega
facilmente, guardando i dati sull’età dei lavoratori, che aumenta
spaventosamente, sia perché il Settore è immobilizzato dalla crisi,
sia perché le politiche sull’età pensionabile rendono impossibile
lasciare il lavoro a decine di migliaia di lavoratori edili. La
Filca e il Sindacato degli edili più complessivamente ritengono che
le due battaglie, sulla sicurezza e per politiche di pensionamento
che tengano conto delle peculiarità del settore, siano
improcrastinabili. L’aumento degli infortuni ci deve far riflettere
anche sulla necessità di nuove politiche di formazione, e crediamo
che sede naturale per poter rilanciare l’iniziativa siano il
contratto integrativo provinciale, di cui stiamo discutendo da
mesi., e il CCNL in scadenza Abbiamo fatto passi significativi,
siamo attenti alle richieste della controparte, che vuole abbassare
i costi del lavoro, ma riteniamo che la via maestra da perseguire
sia quella della leva fiscale, e comunque per noi un punto è
assolutamente irrinunciabile: nessun risparmio potrà essere attuato
a scapito della salute e della sicurezza dei lavoratori. Allo stesso
modo, crediamo che dalla crisi si esca rafforzando i consumi, per
questo chiediamo nuove politiche salariali che non si limitino al
pur necessario recupero del potere d’acquisto, ma siano impostate in
una ottica di sviluppo.
Giovanni Tarantella, segretario prov.le Fillea-Cgil di Foggia
Le
statistiche prodotte dalla Cassa Edile si prestano a diverse letture
e ci danno molteplici indicazioni. La prima, immediata, è che la
sofferenza in edilizia è maggiormente accentuata rispetto ad altri
settori produttivi industriali. Del resto, la stessa analisi deriva
dalla osservazione dei dati Eurostat e di tutti i principali
istituti di ricerca, diffusi a fine anno e ripresi dal Ministero
dello Sviluppo Economico. La conseguenza naturale sarebbe, dunque,
che le pubbliche istituzioni, a tutti i livelli, a partire dal MISE,
adottino politiche specifiche per il comparto edile, cosa che invece
non ci sembra di leggere negli strumenti di programmazione economica
elaborati dal Governo e dai vari enti di spesa. Un altro elemento
che ci forniscono le statistiche è che, tra i dati denunciati alle
Casse edili territoriali e quelli rilevati dall’Istat e dalle Camere
di Commercio, vi è una differenza non trascurabile, evidentemente
c’è una sacca significativa di evasione ed elusione, che va
aggredita e combattuta in maniera efficace. È ormai un fenomeno
facilmente misurabile, anche statisticamente, quello per cui in
molti lavori pubblici, peculiarmente e specificatamente edili, la
percentuale di manodopera edile denunciata sia residuale, rispetto a
quella di altri settori. Forse si preferisce applicare altri
contratti, con i quali è più facile aggirare le norme e ottenere un
facile risparmio sulla pelle dei lavoratori, è tempo di dare
risposte normative certe per evitare che i furbi prevalgano su chi
invece vuole rispettare le regole.