Osservatorio statistico
Dettaglio ore lavorate denunciate in Cassa Edile
per tipo di committente e per attività
Attraverso le schede relative alle rilevazioni
dell’Osservatorio Statistico riguardanti le ore denunciate in Cassa
Edile raggruppate
per tipo di committente e
per tipologia di attività è possibile specificare un dettaglio
molto significativo per comprendere l’andamento del Settore delle
Costruzioni relative alla provincia di Foggia.
I dati relativi agli ultimi tre mesi del 2015 sono provvisori; a
differenza delle altre rilevazioni dell’Osservatorio, i dati
riportati in queste tabelle sono riferiti ad anno solare
(gennaio-dicembre) e non all’annualità Cassa Edile.
La rilevazione per tipo di committente avviene
sulla base di quattro macrovoci, con l’intento precipuo di
distinguere i lavori originati dall’iniziativa privata da quelli
frutto di appalti o committenze pubbliche. A questa tradizionale
suddivisione si aggiunge la possibilità, per le imprese, di indicare
i lavori fatti in proprio e quelli in subappalto. Poiché, in fase di
denuncia, le imprese hanno la possibilità anche di omettere
l’indicazione del tipo di committente, alle quattro voci si aggiunge
la voce “non indicato”, che tuttavia è trascurabile rispetto
all’insieme delle denunce. Sulla base dell’esperienza, anche se non
si tratta di una regola generale, si può tuttavia affermare che, per
la quasi totalità, i lavori in proprio e i lavori in cui il tipo
committente non è indicato sono classificabili come lavori privati,
mentre quelli in subappalto sono in maggioranza lavori derivanti da
un committente pubblico.
Il raggruppamento per attività avviene in quattro macrovoci, secondo lo schema ISTAT ed Eurostat. In particolare:
alla voce “edilizia” vengono ascritte le ore denunciate riferibili a:
-
edilizia abitativa, edilizia civile non abitativa pubblica e privata (scuole, ospedali, caserme,…), ma escluse le opere di urbanizzazione; edilizia industriale, manutenzione ordinaria e straordinaria e restauro edilizia civile e industriale; completamento e finitura costruzioni edili, lavori carpenteria in legno, lavori di copertura e impermeabilizzazione di edifici, costruzione-manutenzione-rifacimento forni, lavori di tinteggiatura e di decorazione, verniciatori- stuccatori, ferraioli, isolazioni termiche, marmisti -piastrellisti-mosaicisti-parquettisti, pavimenti industriali, posa e manutenzione tetti, rivestimenti vari, installazione e manutenzione di strutture prefabbricate, recupero e restauro di edifici di pregio, realizzazione di parchi e giardini, e sim.;
nella voce “genio civile” vengono riportate le ore
relative a:
-
realizzazione e manutenzione di opere idrauliche quali acquedotti, fognature,dighe, altre opere di irrigazione ed evacuazione, altre opere idrauliche (sistemazione di bacini fluviali, sistemazione torrenti e difese spondali, bonifiche,...), costruzione e manutenzione di strade, ponti, ferrovie, lavori di asfaltatura, porti, aeroporti, costruzioni sotterranee, opere d'arte nel sottosuolo, costruzione e manutenzione di linee di condotte, costruzione e manutenzione di linee elettriche e telefoniche, segnaletica, segnaletica stradale, trivellazione pozzi d'acqua, consolidamenti rocciosi e disgaggi, ecc.;
nella macrovoce “calcestruzzo” sono indicate le
ore relative a:
-
produzione e distribuzione di calcestruzzo, cementisti;
infine in “altro” sono riportate le ore lavorate
relative a:
-
movimento terra, cemento armato ( produzione e fornitura con posa in opera di strutture in ferro), cave di sabbia e ghiaia, demolizioni, montaggio ponteggi, pali e fondazioni, palificazioni e opere speciali, scavi e demolizioni, scavi e autotrasporti, trivellazioni e fondazioni speciali, lavorazioni varie non classificabili nelle altre categorie.
ORE PER TIPO DI COMMITTENTE
Dall’analisi di dettaglio per tipo di committente,
appare subito chiaro che, a differenza della prima fase della crisi
(quadriennio 2008-2011), laddove erano stati i lavori pubblici a
pagare lo scotto maggiore a fronte di una edilizia privata che
mostrava una sostanziale tenuta, nel quadriennio in esame i lavori
pubblici fanno registrare un andamento costante, mentre implacabile
sembra la fase discendente che riguarda i lavori privati. La
composizione percentuale delle ore lavorate per tipo di committente
può dare una chiave di lettura di questo fenomeno: in realtà, i
lavori pubblici oggi rappresentano meno di un terzo del totale,
mentre in altre epoche non molto lontane superavano abbondantemente
la metà, senza bisogno di scomodare irripetibili epoche d’oro in cui
la facevano da padrone. Conclusa la fase della costruzione di nuove
opere, specie nel campo delle infrastrutture, oggi vi è uno zoccolo
duro rappresentato dal minimo indispensabile per il funzionamento
della macchina pubblica (manutenzioni, rifacimenti, ecc.), al di
sotto del quale è difficile scendere anche in una situazione di
crisi quale quella attuale. L’impresa privata, d’altro canto, è
ricorsa a massicci investimenti pur di non scomparire, ma è chiaro
che tale situazione non poteva protrarsi indefinitamente nel tempo.
Il Settore privato oggi è in parte ancora sostenuto dalle
ristrutturazioni legate alla fiscalità di vantaggio, ma anche questi
provvedimenti potrebbero mostrare segnali di progressivo
esaurimento.
Ciò detto, non può che registrarsi in termini negativi la
diminuzione pressoché costante delle ore lavorate. L’aumento dei
lavori in subappalto potrebbe rappresentare un fanalino di allarme,
tuttavia gli ordini di grandezza sono tali da potersi ritenere del
tutto entro i limiti fisiologici.
ORE PER TIPO DI ATTIVITA’
L’analisi per tipo di attività rappresenta una
conferma di quanto detto a proposito dell’analisi per committenti.
Il Genio Civile, che racchiude i lavori per le infrastrutture e
quelli destinati alla collettività, sono diventati quasi residuali
rispetto alla totalità dei lavori eseguiti. La sostanziale tenuta
degli ultimi due anni, che ha finalmente invertito il rapido declino
registrato negli anni precedenti, non cambia il dato paradossale che
viene fuori dalle tabelle: nella costruzione e manutenzione delle
opere infrastrutturali, ivi comprese strade, ponti, ferrovie, dighe,
ponti, canali, linee elettriche e telefoniche e quant’altro, hanno
trovato occupazione meno di 500 persone, e neanche stabile, a fronte
di una popolazione superiore alle 600mila unità!
E se è vero che edilizia non vuol dire necessariamente cemento, è
però altrettanto verso che senza calcestruzzo, non si costruisce
nulla. Il calcestruzzo non si può comprare troppo lontano, perché
costerebbe troppo e non arriverebbe in tempo. Le ore lavorate per la
produzione e la distribuzione del calcestruzzo, in quattro anni, si
sono dimezzate, quelle denunciate nel 2015 corrispondono a non più
di 25 - 30 unità a tempo pieno, autisti compresi, la metà di quanti
ce n’erano una decina di anni fa in un solo stabilimento.